La
posizione geografica ha certamente influito sulle scelte di vita degli
abitanti della città di Schio, collocata all'imbocco della Val Leogra.
La ricchezza delle acque che scendono dalle valli laterali per confluire
nel torrente Leogra è stata determinante per lo sviluppo economico del
territorio.
La prima canalizzazione delle acque del Leogra risale al XII secolo e fu
opera di Umberto III dei Maltraversi, conte di Vicenza. Questo corso
d'acqua, chiamato poi Roggia Maestra, ha fornito la forza motrice per lo
sviluppo della borgata perchè sulle sue rive sono stati costruiti mulini
per il grano, magli per i metalli e folli e tintorie per lavorare i
panni di lana.
Gli abitanti di contrade e paesi sparsi lungo la valle e sui monti
circostanti hanno sempre sofferto per la scarsità di risorse che la
natura dei luoghi poteva dare. Ma Schio, sotto il profilo economico, ha
sempre avuto stretti legami con i monti che la circondano. Infatti sul
monte Summano, sul Novegno ma soprattutto sull'altopiano di Asiago è
prosperato l'allevamento ovino, prezioso per la lavorazione della lana.
Nelle case contadine le donne hanno sempre filato e lavorato ai telai
panni di ordinaria fattura per uso proprio e per provvedere alle
necessità familiari. Gli statuti comunali del 1393 confermano che a
Schio prosperava un attivo artigianato con numerosi esperti nella
lavorazione della lana.
Nel 1404, con la dedizione di Vicenza alla repubblica veneziana, gli
artigiani di Schio incontrarono molte difficoltà a causa delle
limitazioni imposte dalla giuridizione vicentina. Tuttavia la filatura a
domicilio ha continuato ad interessare tutti i paesi dell'area da Magrè,
a Pieve, a Torrebelvicino, a Sant'Orso, a San Vito e a Marano.
Nel 1718 il patrizio veneziano Nicolò Tron, reduce dall'inghilterra,
fonda a Schio un importante opificio, potendo contare su mano d'opera
speciaiizzata. Nel 1755 i principali opifici di Schio dispongono già di
numerosi telai e danno lavoro a più di 850 persone.
Nel primo decennio deli '800, superate le difficoltà derivate dalle
vicende della conquista napoleonica, si passa dalla tradizionale
organizzazione del lavoro a nuove forme di modernizzazione. Nel 1817
Francesco Rossi fonda la nuova Ditta. Si fa strada una mentalità
industriale moderna che punta sulle tecnologie più avanzate, ha spirito
di iniziativa e si ispira ai progressi fatti dalla rivoluzione
industriale in Europa.
Da azienda a conduzione familiare la Ditta Rossi diventa società Anonima
Lanificio Rossi. Alla morte del padre nel 1845 Alessandro Rossi ne
assume la direzione effettiva.
Egli traccia un programma tecnico industriale per la cui realizzazione
investe tutte le sue risorse e le sue energie. Schio diventa cos il
centro industriale più moderno del Veneto ed Alessandro Rossi da il via
al progetto di costruire accanto alle fabbriche nuovi quartieri con
abitazioni, asili, scuole e servizi ricreativi per i suoi lavoratori.
Così è nata la nuova Schio. |