5.
Le frontiere multimediali
World Wide Web, abbiamo detto, è
costituita da una rete di documenti multimediali. In effetti, nella sua
versione originale, la multimedialità si limitava all'integrazione di
testo formattato e immagini in una pagina Web. Per quanto riguardava
altri formati, la loro riproduzione era assai più complicata (si
trattava di specificare delle applicazioni esterne che venivano avviate
dal browser) e non era affatto integrata con il resto della pagina. Per
ovviare a questi limiti, nel corso degli ultimi anni sono state
sviluppate alcune tecnologie che hanno notevolmente allargato le
frontiere multimediali del Web. In questo capitolo esamineremo in
particolare tre di esse: i plug-in, VRML e la realtà virtuale in rete,
e i sistemi di streaming audio e video.
5.1 I plug-in
La tecnologia dei plug-in è
stata introdotta da Netscape, a partire dalla versione 2.0, al fine di
aumentare le capacità di visualizzazione ed elaborazione dei browser.
Successivamente è stata accolta anche da Microsoft, sebbene l'azienda
di Redmond abbia sviluppato una sua piattaforma per arricchire il
contenuto delle pagine Web, ActiveX. Ma vediamo meglio cosa sono i
plug-in.
Normalmente i browser Web sono in
grado di visualizzare direttamente un ristretto numero di formati di
file: HTML per i testi, GIF e JPEG per le immagini. Rimangono esclusi
dunque moltissimi formati multimediali correntemente usati nelle
applicazioni locali e molti altri sviluppati appositamente per la rete.
Il problema è stato inizialmente
affrontato attraverso i programmi di supporto. Si trattava di programmi
esterni al browser, dotati di una loro finestra e di interfacce utente
proprietarie.
Un plug-in invece è un modulo
software che si integra pienamente con il browser stesso, e ne estende
le funzionalità, come se facesse parte del programma originale. Una
volta installato un plug-in che gestisce un dato formato, il browser è
in grado di visualizzare nella sua finestra i dati codificati in quel
formato. In generale un plug-in può integrare nel browser con cui
interagisce anche nuovi comandi e capacità elaborative, il tutto in una
unica interfaccia utente.
La maggior parte di questi moduli
aggiuntivi sono sviluppati da aziende diverse da quelle che producono i
browser, dunque vanno scaricati dall'utente e installati.
L'installazione di un plug-in è del tutto identica a quella di
qualsiasi applicazione. Se una pagina contiene un riferimento ad un
plug-in non installato sul disco rigido, il browser avverte l'utente, e
in genere gli dà l'opportunità di scaricare immediatamente il software
necessario.
I plug-in possono funzionare in tre
modalità: annidata, a pieno schermo, o nascosta. Un plug-in in modalità
annidata è in grado di funzionare all'interno di una pagina Web, come
avviene per le normali immagini.
Ad esempio, utilizzando un plug-in
come QuickTime (ne parleremo in dettaglio in seguito), un video
digitale può essere riprodotto direttamente all'interno della finestra
della pagina Web. Come potete vedere nella figura, il plug-in fornisce
anche i consueti comandi di gestione video: stop, pausa, riavvolgimento,
ecc.
Una
pagina Web che permette la visualizzazione di un filmato attraverso il
plug-in QuickTime
Un plug-in a pieno schermo invece
assume totalmente il controllo della finestra del browser, aggiungendo
eventualmente pulsanti e barre di controllo. Un plug-in nascosto,
infine, svolge la sua funzione in background. Plug-in di questo tipo
sono utilizzati ad esempio per riprodurre file audio, o suoni dal vivo
in modo sincrono.
L'elenco dei plug-in disponibili è
molto lungo: ci sono visualizzatori per i vari formati video (MPEG e
Quicktime), audio (MIDI, Wav), di grafica vettoriale (CGM, Corel Draw,
AutoCAD); ci sono plug-in che permettono di visualizzare applicazioni
multimediali e interattive prodotte con software come Macromedia
Director, Adobe Page Maker, Asymetrix Toolbook; ci sono infine dei
plug-in che permettono di integrare all'interno delle pagine Web intere
applicazioni come fogli di calcolo, o di sfruttare le tecnologie di
interazione tra applicazioni Windows.
Sarebbe troppo lungo vedere le
funzionalità e le caratteristiche specifiche di ognuno. Ne illustreremo
solo alcuni fra i più diffusi e importanti. In linea generale la loro
utilizzazione è piuttosto immediata, specie per i visualizzatori di
file multimediali. Ricordiamo comunque che tutti i plug-in sono
distribuiti con un adeguato corredo di documentazione, alla quale
ricorrere per eventuali approfondimenti.
5.1.1. I Plug-in Macromedia
Shockwave
è una tecnologia sviluppata dalla Macromedia (http://www.macromedia.com),
e permette di visualizzare animazioni e applicazioni multimediali
realizzate con Director.
Director è un programma nato
originariamente per creare animazioni interattive.
E’ stato sviluppato fino a divenire uno dei più potenti e diffusi
software di authoring multimediale e oggi è disponibile su
piattaforme Macintosh e Windows
Il plug-in Shockwave è in grado di
interpretare anche tutti i formati delle altre applicazioni grafiche e
multimediali della Macromedia, e può ricevere suono in tempo reale da
Internet. Oltre all'originario Shockwave (che comunque continua ad
essere incessantemente migliorato), la Macromedia ha sviluppato numerosi
altri prodotti e plug-in destinati alla rete. Flash, per esempio,
permette di attivare applicazioni multimediali e interattive in modalità
streaming. RealFlash, sviluppato insieme alla casa produttrice di
RealPlayer, unisce l'interazione tipica di Director agli avanzati
algoritmi di compressione dati streaming prodotti dalla RealNetworks. Da
una sapiente mistura di Shockwave, Flash, RealPlayer, JavaScript, nasce
l'iniziativa ShockRave, che raccoglie una serie di applicazioni
multimediali/interattive particolarmente avanzate: dalle pagine di
ShockRave (http://shockrave.macromedia.com)
si potrà ascoltare musica dal vivo, vedere filmati e persino giocare,
utilizzando tranquillamente una finestra del nostro comune browser, con
un videogame.
Un gioco scelto
fra quelli disponibili nella raccolta di applicazioni
interattive/multimediali ShockRave
5.1.2 QuickTime
Il secondo plug-in che prendiamo in
esame è il visualizzatore di video digitali nel formato Quicktime
della Apple. I file Quicktime possono contenere animazioni e clip video
con audio incorporato. Anche in questo caso di tratta di un formato nato
su piattaforma Macintosh portato successivamente in ambiente Windows.
Accanto alla codifica digitale di
immagini in movimento, Quicktime include una tecnologia che permette di
simulare l'esplorazione interattiva di uno spazio tridimensionale (da
cui il suffisso VR, Virtual Reality). In realtà non si tratta di
un vero e proprio sistema di realtà virtuale. La scena infatti è
costituita da una immagine panoramica che l'utente, usando il mouse, può
scorrere, come se stesse seduto su una sedia girevole. In tal modo si ha
l'impressione di trovarsi nel mezzo di un ambiente, e di guardarsi
intorno. Inoltre è possibile anche applicare un effetto di zoom, che
rende l'illusione di un movimento in avanti, anche se ovviamente
determina un degrado nella qualità dell'immagine. Un ambiente
QuickTimeVR può contenere a sua volta anche dei link attivi, che
possono rinviare ad altri ambienti o in generale ad altre pagine Web.
In figura potete vedere il panorama
in QTVR del grande parco di divertimenti Epcot della Disney. Il sito
della Disney, il cui indirizzo è http://www.disney.com
è uno dei più ricchi in fatto di applicazioni multimediali.
Il
parco di divertimenti Epcot della Disney in QuickTimeVR
Per realizzare questo tipo di
immagini bisogna prima scattare una serie di foto lungo l'arco di
visuale che si vuole riprodurre, curando di sovrapporre ogni
inquadratura di circa il 50%. Le immagini vanno poi digitalizzate
(oppure vanno riprese con camere digitali), e date in pasto al sistema
autore QTVR, che le fonde in un continuum unico.
Attualmente Quicktime è giunto alla
sua quarta versione, scaricabile dal sito Web http://www.quicktime.apple.com.
È disponibile in versione Macintosh, Windows 3.x, e Windows 95/98/NT.
Tutte le versioni possono essere usate sia con Netscape sia con Explorer.
Tra le novità introdotte dall'ultima versione troviamo la capacità di
riprodurre file in streaming video; si tratta di una tecnologia
sulla quale ci soffermeremo tra breve.
Ricordate che i panorami virtuali e i
video QuickTime, come del resto ogni tipo di formato video digitale,
quando non utilizzano la tecnologia streaming producono dei file di
dimensioni ragguardevoli anche se durano pochi secondi (dell'ordine
delle centinaia di KByte, come minimo). Dunque prima di scaricarne uno
con una semplice connessione via modem, preparatevi a lunghe attese. E i
risultati non sempre valgono la pena... e la spesa!
5.1.3 Adobe
Acrobat Reader
Acrobat
è un sistema sviluppato dalla Adobe, la maggiore azienda nel settore
del desktop publishing, e permette di distribuire documenti
elettronici impaginati e formattati. Si basa su un particolare formato
di file, il Portable Document Format, simile al linguaggio PostScript
usato dalle stampanti professionali. A differenza di altri formati, un
documento PDF mantiene inalterata la sua impostazione grafica originale
in ogni condizione di visualizzazione.
Per visualizzare un file PDF è
necessario utilizzare un apposito programma di lettura, Acrobat
Reader, disponibile per molte piattaforme (Macintosh, Windows, e
vari Unix). Mentre il sistema di creazione dei file è un software
commerciale, Acrobat Reader può essere distribuito gratuitamente: la
Adobe lo mette a disposizione all'indirizzo http://www.adobe.com/acrobat,
e potete trovarne l'ultima versione anche sul CD-ROM allegato a questo
libro.
La versione più recente rilasciata
dalla Adobe è la 4, che può funzionare sia come browser stand alone
sia come plug-in per Netscape ed Explorer. In questo modo i file PDF
possono essere distribuiti su Internet. L'installazione è completamente
automatizzata, e rileva automaticamente la presenza del browser Web (o
di entrambi, se presenti sul disco), collocando i moduli plug-in nelle
apposite directory.
Una volta installato, Acrobat Reader
viene avviato ogni volta che da una pagina Web si attiva un link che
punta ad un file PDF. Normalmente il plug-in Acrobat funziona in modalità
pieno schermo. Un documento PDF può anche essere inserito all'interno
di una pagina Web, ma in questo caso i comandi di navigazione sono
visibili solo con Microsoft Internet Explorer.
Nella figura seguente potete vedere
una edizione elettronica dell'Amleto di Shakespeare all'interno
di Netscape. La finestra del browser viene arricchita da una serie di
pulsanti che permettono di navigare nel documento, e di modificarne le
condizioni di visualizzazione e di ingrandimento. La parte sinistra
della finestra può contenere un indice attivo dei contenuti o un elenco
delle pagine. È inoltre possibile selezionare e copiare testo e
grafica.
Il
plug-in della Adobe in azione ha aggiunto dei bottoni a Netscape per la
visualizzazione di file in formato PDF
I file PDF sono in grado di includere
informazioni multimediali, come immagini, suoni, animazioni e anche
filmati. Nelle ultime versioni è inoltre possibile inserire link
ipertestuali che collegano elementi interni al documento, o che rinviano
ad altre pagine o risorse su Web.
La dimensione di un documento PDF, a
parità di contenuto, è molto superiore a quella di una semplice pagina
HTML. Per ottimizzare l'accesso ai file PDF su Internet, alcuni server
HTTP possono inviare solo le pagine richieste esplicitamente
dall'utente. In caso contrario, prima di visualizzare il documento, il
plug-in deve attendere che l'intero file venga trasferito.
5.2
Audio e video in tempo reale
Una tecnologia che ha conosciuto
negli ultimi anni un'enorme espansione è rappresentata dalla
diffusione, attraverso World Wide Web, di contenuti multimediali (e in
particolare audio e video) in tempo reale.
Sappiamo già che le pagine Web
possono ospitare al loro interno informazione di tipo diverso: immagini,
suoni, animazioni, grafica vettoriale, filmati. In condizioni normali,
per visualizzare queste informazioni il nostro programma di navigazione
è obbligato ad attendere che la ricezione del file che le contiene sia
terminata. Ma sappiamo bene che alcuni tipi di informazione, soprattutto
sonora e visiva, tendono ad essere molto esosi in fatto di spazio. Di
conseguenza, l'utente che non ha la fortuna di possedere un collegamento
Internet ad alta velocità sarebbe costretto ad attendere diverse decine
di minuti per vedere pochi secondi di immagini in movimento, in una
piccola finestra del suo schermo... magari per accorgersi che non ne
valeva proprio la pena. Inoltre, le tecniche tradizionali di
trasferimento - che richiedono lo scaricamento completo di un file prima
di poterne utilizzare il contenuto - impediscono la trasmissione e la
ricezione 'in diretta' di audio e video, impediscono insomma l'Internet
broadcasting.
Per ovviare a queste limitazioni è
stata sviluppata una classe di tecnologie che viene collettivamente
indicata con il termine di data streaming, flusso di dati; in
particolare ci interessano qui le tecnologie di streaming audio e video.
Si tratta di un sistema che permette di inviare filmati o suoni digitali
sotto forma di un flusso continuo di dati, che un programma client è in
grado di interpretare in tempo reale, man mano che i dati stessi vengono
ricevuti. In questo modo la riproduzione può iniziare immediatamente,
mentre la ricezione della parte restante dell'informazione avviene
simultaneamente, in background.
Lo streaming, dunque, rende possibile
applicazioni come la telefonia, la radiofonia e la televisione via
Internet, senza richiedere alcuna infrastruttura straordinaria. Infatti,
per conseguire una riproduzione abbastanza fluida è sufficiente
disporre di una banda passante sufficientemente ampia e costante: per
uno streaming audio di discreta qualità, e per uno streaming video non
certo ottimale ma comunque utilizzabile, è sufficiente la larghezza di
banda garantita dagli attuali modem.
Dal punto di vista qualitativo, la
trasmissione via rete di informazioni sonore ha raggiunto ormai livelli
simili a quella via etere. Diverso, naturalmente, il discorso per il
video: per il momento, ci si deve accontentare di immagini racchiuse in
piccole finestre, certo non spettacolari, accompagnate da un audio di
mediocre qualità, talvolta fuori sincrono. Si tenga conto, tuttavia,
che si tratta di una tecnologia ancora giovane, il cui sviluppo sta
avvenendo a tappe accelerate.
Per avvalersi dello streaming audio e
video è necessario far uso di software dedicati. Infatti i file
utilizzati in queste applicazioni sono codificati in formati speciali,
ottimizzati e compressi per aumentare l'efficienza e la stabilità del
flusso di dati. Le soluzioni proposte in quest'ambito sono diverse, e
poiché si tratta di un settore in continua evoluzione, è assai
difficile dire con certezza quale si affermerà come standard. Molti
programmi client hanno la duplice forma di programmi autonomi e di
plug-in capaci di integrarsi nella finestra del browser. Nei prossimi
paragrafi ci occuperemo dei più diffusi sistemi di streaming che
permettono l'Internet broadcasting.
5.2.1 RealPlayer
Nel settore dello streaming audio il
protagonista indiscusso è stato negli ultimi anni RealPlayer,
sviluppato dalla RealNetworks. Si tratta di un'applicazione che permette
la ricezione in tempo reale di file sonori e audio/video tramite
Internet, rendendo possibile la creazione di vere e proprie stazioni
radio e televisive digitali in rete.
La qualità del suono digitale in
formato RealPlayer è funzione della velocità di connessione: ottima se
si dispone di una connessione veloce (come ISDN, o superiore), comunque
buona anche con un normale modem. Naturalmente la qualità effettiva
della riproduzione dipende anche dalla scheda sonora installata sul
computer e dai diffusori ad essa collegati, nonché dalla situazione del
traffico di rete, che spesso impedisce di sfruttare appieno la velocità
del modem.
RealPlayer è disponibile su Web
all'indirizzo http://www.real.com, per
piattaforme Windows, Macintosh e Unix. Il programma esiste in due
versioni: quella gratuita, dalle funzionalità più limitate ma comunque
perfettamente in grado di ricevere streaming sia audio sia video e
adatta alla maggior parte delle situazioni, e la versione Plus, a
pagamento.
RealPlayer, giunto alla versione G2, funziona sia come lettore autonomo,
sia come plug-in per Netscape o controllo ActiveX per Internet Explorer.
Il processo di installazione è molto semplice: il programma individua
in modo automatico i browser disponibili sul computer, e guida l'utente
in tutti i passi necessari.
Una volta eseguita l'installazione,
è possibile accedere ai molti siti che trasmettono, in diretta o in
differita, file audio o video in formato RealPlayer. Normalmente
l'accesso avviene mediante pagine Web, nelle quali sono stai inseriti
dei link ipertestuali, o dei comandi per l'invio automatico dello
streaming di dati. Ad esempio, nella figura seguente potete vedere una
pagina Web a cura della RAI, che permette di ricevere l'audio e il video
della trasmissione MediaMente. La finestra che vedete sovrapposta
alla pagina web è quella di RealPlayer, che viene avviato
automaticamente appena inizia il trasferimento del file. L'inizio vero e
proprio della riproduzione può richiedere qualche secondo, in quanto
appena avviato il programma 'prova' la velocità della connessione e si
garantisce un piccolo 'buffer', conservando in una memoria tampone la
prima porzione del file, in modo da assicurare che minimi rallentamenti
nel flusso di dati non pregiudichino la continuità dell'ascolto.
Come potete vedere, l'interfaccia del
programma è molto semplice. È possibile mettere in pausa e riattivare
la riproduzione agendo rispettivamente sul pulsante con le due barre
verticali e sul pulsante freccia a destra, o bloccarla definitivamente
mediante il pulsante con il quadratino. Il controllo del volume si
effettua con il cursore verticale, se vogliamo 'scorrere' avanti e
indietro nel video possiamo invece usare il cursore orizzontale
La barra dei canali, sulla sinistra di RealPlayer, consente di
sintonizzare automaticamente alcune fonti di 'Internet Broadcasting'
come la CNN senza neanche bisogno di avviare il browser. La piccola
finestra sulla destra è quella nella quale compare il video che stiamo
ricevendo. Attraverso il menu 'Visualizza' si può passare
dall'interfaccia standard a una più compatta e si può scegliere se
visualizzare o no le informazioni di copyright sul file che stiamo
ricevendo. Si noti che durante la riproduzione è possibile continuare
la navigazione sulle pagine Web (anche se essa risulterà naturalmente
rallentata).
Video
streaming attraverso Real Player G2: una puntata della trasmissione
MediaMente della RAI
I siti che offrono servizi RealPlayer
su Internet sono molti, e aumentano costantemente. In alcuni casi si
tratta di vere e proprie radio o televisioni che trasmettono in tempo
reale; in altri si trovano registrazioni in differita. Per avere un
elenco (parziale!) di queste risorse, consigliamo di vistare la Real
Guide, all'indirizzo http://realguide.real.com/.
Una alternativa è rappresentata anche da alcuni programmi che integrano
a RealPlayer una sorta di 'database' di canali; uno dei migliori è EarthTuner
(http://www.earthtuner.com/).
Per quanto riguarda l'Italia, le 'emittenti' in formato Real sono
numerose: oltre alla RAI, radio come Radio Deejay e RadioCapital, alcune
televisioni private, e naturalmente anche trasmissioni 'casalinghe'
realizzate da appassionati.
5.2.2 Windows MediaPlayer
Anche la Microsoft ha realizzato un
proprio prodotto per la ricezione di informazione multimediale
attraverso le tecnologie streaming: si tratta di Windows MediaPlayer,
che - al momento in cui scriviamo - è arrivato alla versione 6.4 per
Windows 95/98/2000; esistono anche una versione per Macintosh e una per
Windows 3.1. Windows MediaPlayer può essere scaricato gratuitamente sul
sito Microsoft (all'indirizzo http://www.microsoft.com/windows/mediaplayer/download/allplayers.asp),
ed è inserito come componente standard in Windows 98 e Windows 2000. Il
programma è in grado di riconoscere e riprodurre automaticamente
numerosi formati di file sonori e visivi, sia in tecnologia streaming
sia 'normali'. Se volete provarlo, una possibilità 'nostrana' di
particolare interesse è rappresentata dal sito della Camera dei
deputati (http://www.camera.it), che
usa questo formato per la diretta audio-video delle sedute.
5.2.3 Streaming audio e video con QuickTime 4
Abbiamo già avuto occasione di
parlare di QuickTime 4, la nuova versione del programma di riproduzione
di file video di casa Apple. La novità maggiore di questa versione del
programma è la capacità di gestire anche lo streaming audio e video,
con una qualità che non ha certo nulla da invidiare a quella del
RealPlayer o del MediaPlayer Microsoft. Nel campo delle tecnologie
streaming, dunque, in cui negli anni passati la RealNetwork aveva
sbaragliato la concorrenza di numerosi altri formati (quali Vivo o
VDOLive - gli amanti della storia di Internet possono trovare
informazioni al riguardo nelle vecchie edizioni di questo manuale,
disponibili in rete o sul CD-ROM allegato), accanto al gigante Microsoft
è apparso un nuovo, temibile contendente. Il Player QuickTime esiste,
come quello Real, in una versione gratuita (caratterizzata da una
fastidiosa finestra che ad ogni attivazione 'consiglia' di comprare la
versione a pagamento) e una, con un numero maggiore di funzionalità, in
vendita a 29.99 dollari. Entrambe possono essere scaricate dal sito http://www.apple.com/quicktime/
ed esistono sia per Windows che per Mac.
Streaming video
con QuickTime 4
5.3
Alta fedeltà in rete: MP3
Una delle innovazioni più
interessanti che si è recentemente affermata nel campo della musica
digitale, è lo standard per la codifica e decodifica MPEG Layer III,
noto anche come MP3.
Questo nuovo formato ha raccolto
subito ampi consensi grazie alla qualità audio garantita, simile a
quella di un CD tradizionale, e alle dimensioni relativamente compatte
dei file: un brano musicale in formato MP3 occupa in genere un
dodicesimo dello spazio occupato dal medesimo brano in formato CD audio
(WAV).
Le dimensioni ridotte dei file MP3
sono state determinanti per il successo dello standard perché hanno
finalmente consentito la fruizione di brani musicali in 'alta fedeltà'
anche via Internet. Un
brano audio stereo di qualità CD, della durata di 4 minuti, occupa
circa 3,6 Mb. Un modem recente
(V. 90) è in grado di prelevare un brano MP3 della durata di 4-5 minuti
in poco più di 15 minuti, una attesa tutto sommato accettabile. Sono
state sviluppate anche delle tecnologie streaming, che consentono
agli utenti dotati di connessione a Internet sufficientemente veloce, di
ascoltare i brani MP3 senza attese.
Come prevedibile, Internet è stata
subito invasa da brani musicali in questo formato. Il panorama è molto
variegato: troviamo sia brani di gruppi musicali 'emergenti', che
considerano questo canale di distribuzione molto più accessibile ed
economico di quelli tradizionali, sia brani di musica classica, liberi
da copyright, sia brani commerciali, distribuiti più o meno
clandestinamente e visti con grande preoccupazione dalle case
discografiche.
Il software
Per ascoltare un brano MP3 potremo
utilizzare il nostro personal computer, purché dotato di scheda audio e
del software adatto. I programmi disponibili sono numerosi, a partire
dal già citato Microsoft Media Player fino a WinAMP, uno dei primi player
realizzati, prelevabile all'indirizzo http://www.winamp.com/
e anch’esso gratuito.
I player MP3, trattando un formato audio compresso, richiedono una
discreta potenza di calcolo per poter lavorare in modo fluido; comunque
un Pentium, anche delle prima generazione (90 MHz), è più che
sufficiente.
Esistono anche programmi (encoder) per convertire un file WAV o
una traccia audio di un CD in un file MP3 e, se si dispone di un
masterizzatore, per registrare brani MP3 su un CD ascoltabile da un
normale impianto stereo.
L'hardware
Il successo di MP3 non si è fermato
alle soluzioni software, ma ha prodotto una nuova generazione di lettori
portatili simili esteticamente a un walkman. I principali vantaggi di
questi nuovi prodotti consistono in una elevata autonomia (non avendo
parti meccaniche in movimento, garantiscono una lunga durata delle
batterie) e nella possibilità di riversare
nel lettore i brani tramite collegamento al computer.
I primi modelli prodotti hanno una capacità di immagazzinamento
discreta (sono già disponibili modelli in grado di immagazzinare 2 ore
di musica), ma è facile prevedere una ulteriore crescita di potenza,
accompagnata probabilmente anche da una riduzione dei costi (attualmente
i lettori portatili costano circa 3-400.000 lire).
5.4
VRML e oltre
Nell'immaginario della più recente
letteratura di fantascienza, a partire almeno da Neuromancer di
William Gibson, le reti di computer sono sempre state viste come ricchi
ambienti tridimensionali in cui gli utenti si muovono virtualmente
attraverso elaborati alter-ego digitali. La realtà, almeno per ora, è
un po' diversa. E tuttavia le sperimentazioni per creare in rete veri e
propri spazi tridimensionali condivisi non mancano.
Le prime applicazioni di realtà
virtuale in rete sono state costruite utilizzando VRML (Virtual
Reality Modelling Language), il linguaggio di modellazione per la
realtà virtuale ideato da Mark Pesce, Tony Parisi e Dave Raggett e
promosso dalla Silicon Graphics, una delle massime industrie nel campo
della grafica computerizzata.
L'idea di base è ambiziosa: creare
in rete ambienti tridimensionali ai quali sia possibile collegarsi così
come ci si collega a una normale pagina informativa su World Wide Web;
ambienti che possano essere 'navigati' in maniera analoga a quanto
accade in videogiochi 3D quali Quake e Tomb Rider, nei quali sia
possibile visualizzare gli altri utenti collegati insieme a noi e
interagire con loro, e in cui, al posto dei legami ipertestuali
realizzati rendendo attive zone di testo, vi siano legami ipermediali
realizzati rendendo attivi oggetti (ed eventualmente personaggi) della
scena.
Nella figura qui sotto vedete un
mondo VRML particolarmente interessante: la galleria virtuale del
Philadelphia Museum of Art, che ospita una esposizione sulla 'Madamoiselle
Pogany' di Brancusi (per sperimentare la navigazione 3D è consigliabile
visitare direttamente il sito: http://www.narrativerooms.com/pogany/vr/index_a.html):
Un mondo VRML
particolarmente interessante: le sale in realtà virtuale del
Philadelphia Museum of Art
Naturalmente, gli ideatori di VRML
sapevano bene che trasmettere attraverso la rete immagini di ambienti
tridimensionali, aggiornate secondo dopo secondo così come richiesto
dalla necessità di rendere fluido e naturale il movimento, costituiva
un compito lontanissimo dalle possibilità attuali di Internet. La
soluzione adottata per ovviare al problema è semplice: trasferire non
già immagini ma descrizioni dell'ambiente e degli oggetti che vi si
trovano, lasciando al programma client, installato sul computer del
singolo utente, il compito di tradurre queste descrizioni in immagini
tridimensionali, in maniera non troppo dissimile da quanto fa ad esempio
Netscape quando visualizza una pagina HTML sulla base delle indicazioni
fornite dai codici di marcatura.
Perché il programma client possa
correttamente interpretare le descrizioni dell'ambiente, queste devono
evidentemente essere scritte in un linguaggio standard - ed è qui che
entra in gioco VRML. In parte basato su Open Inventor, un linguaggio di
descrizione grafica che era stato elaborato dalla Silicon Graphics, VRML
comprende istruzioni per descrivere un certo numero di oggetti-base (ad
esempio cubi, sfere, piramidi), la loro posizione rispetto agli assi
cartesiani, posizione e intensità delle fonti luminose che li
illuminano, caratteristiche di opacità o trasparenza delle superfici, e
così via. A differenza di HTML, VRML non è dunque un linguaggio di
marcatura (nonostante la sigla VRML sia nata come acronimo di Virtual
Reality Mark-up Language), giacché non c'è nulla di simile al testo
base che viene 'marcato' in HTML, ma un vero e proprio linguaggio di
descrizione (per questo 'Modelling' ha sostituito 'Mark-up'
nell'acronimo che scioglie la sigla). Naturalmente, tuttavia, VRML
comprende le istruzioni di base per rendere 'attivi' gli oggetti che si
desidera collegare ad altre risorse informative in rete (siano esse
pagine HTML, altri mondi VRML, file sonori, immagini, testi...). E la
sintassi di queste istruzioni è assai simile a quella delle istruzioni
corrispondenti in HTML.
La realtà virtuale in rete ha un
ampio spazio aperto per nuovi sviluppi - e fra quelli che probabilmente
riceveranno più attenzione negli anni a venire è senz'altro anche la
sperimentazione di strumenti di navigazione tridimensionale più
'immersivi' di quanto non possa essere lo schermo di un monitor.
5.4.1 I client 3D
Come si è detto, per poter
visualizzare un mondo VRML e navigare al suo interno è richiesto un
programma client specifico, capace di interpretare la descrizione del
mondo ricevuta attraverso Internet, di visualizzare l'ambiente
tridimensionale, di aggiornare lo schermo in tempo reale in
corrispondenza dei movimenti dell'osservatore (guidati dal mouse o dalla
tastiera), e di reagire correttamente alla attivazione da parte
dell'utente di collegamenti ipermediali.
Cosmo
Player
Il plug-in per i mondi VRML97 della
Cosmo Software, arrivato alla versione 2.1 per Windows 95/98/2000 (il
plug-in esiste sia per Internet Explorer che per Netscape Navigator; ne
esiste anche una versione per Mac), ha una interfaccia dall'apparenza
decisamente 'giocosa' (il movimento all'interno dei mondi VRML avviene
attraverso una consolle che ricorda abbastanza da vicino quella di molti
videogiochi), ma tutto sommato facile e intuitiva.
Il bottone principale della consolle,
caratterizzato da una doppia freccia, permette di muoversi nell'ambiente
VRML. Dopo averlo cliccato, basterà spostare il puntatore all'interno
del mondo 3D, scegliere la nostra direzione e tenere premuto il tasto
sinistro del mouse. Quasi obbligatoria, per acquistare un po' di velocità,
è la pressione del tasto 'shift', mentre il tasto 'ctrl' ci permetterà
di muoverci verso l'alto e verso il basso. A sinistra del pulsante
principale, una doppia freccia ad arco ci permette di cambiare, senza
muoverci, la nostra angolazione (in sostanza, di guardarci intorno); a
destra, una croce formata da quattro frecce permette di scivolare verso
destra e sinistra o, tenendo premuto il tasto 'alt', verso l'alto e
verso il basso. A sinistra della pulsantiera, un bottone con un mirino
ci permette di 'inquadrare' un oggetto e di avvicinarci automaticamente
ad esso. A destra, due ulteriori bottoni permettono di annullare o
ripristinare l'ultimo movimento fatto. Sono poi disponibili controlli
per la gravità, il volo, e per raddrizzare automaticamente la propria
posizione dopo qualche movimento particolarmente goffo.
Cosmo Player
2.0: la consolle per il controllo dei movimenti
Per finire, va ricordato che Cosmo
Player 2.1 è in grado di gestire la presenza di fonti sonore negli
ambienti 3D visitati, con effetti spaziali di profondità
Microsoft VRML 2.0 Viewer e
Platinum-Intervista Software WorldView
Il plug-in per i mondi VRML 2.0 di
casa Microsoft - Intervista ha, occorre dire, un aspetto un po' meno 'giocoso'.
I principali comandi sono disponibili come pulsanti disposti su due
barre, una verticale, alla sinistra dell'immagine, e una orizzontale, in
basso. Le funzioni dei comandi - disponibili nelle barre laterali
azzurre, o attraverso il loro nome completo o attraverso l'iniziale -
sono intuitive: il comando 'Walk' permette movimenti lineari in
qualunque direzione, 'Pan' permette un movimento di scivolamento
orizzontale e verticale, 'Turn' permette di girarsi (restando fermi), 'Roll'
di ruotare, 'Goto' di spostarsi verso un obiettivo specifico (da
indicare col mouse), 'Study' infine permette di 'afferrare' un oggetto e
ruotarlo per vedere com'è fatto. I comandi in basso permettono di
allontanare il punto di vista ('Zoom out'), di raddrizzare la nostra
posizione (nei mondi 3D, perdere l'orientamento non è difficile...), di
scorrere i diversi 'Viewpoint' o punti di vista programmati per noi dal
creatore del mondo VRML che stiamo visitando, e infine di tornare alla
posizione di ingresso. Il tasto destro del mouse permette inoltre di
accedere al menu di configurazione e personalizzazione.
I movimenti sono estremamente fluidi,
forse i più fluidi fra quelli visti finora in un browser VRML. In
alcuni casi, tuttavia, la resa dei colori (soprattutto in presenza di
superfici 'pannellate') lascia un po' a desiderare, e il programma tende
a volte a 'piantarsi'. Nel complesso, comunque, il programma è di
altissimo livello, e lascia assai ben sperare per gli sviluppi futuri.
Saremo così, in
rete? Un Avatar VRML visualizzato dal viewer Microsoft - Intervista
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